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(22-05-2013, 04:15 )pancio Ha scritto: è la capacità di un determinato ceppo di lievito di metabolizzare diversi tipi di zuccheri; questo ti fa capire che gran parte dell'attenuazione apparente si decide durante il mash, in quanto è la temperatura di saccarificazione che decide la composizione del mosto.
ossigenazione pre inoculo, numero di cellule di lievito inserite e temperature di fermentazione possono aiutare l'attenuazione, ma non ne fanno parte.
comunque la chimica è per definizione una scienza esatta.
http://www.aitbm.it/rivista.php?cat=16 qui spiega un po' di cose e qui http://www.mondobirra.org/faq7.htm ti fa una lista delle attenuazioni a seconda dei lieviti ( ce ne sono pochi ma meglio di niente).
bhè lo sarebbe pure se potessi mettere la mano sul fuoco su tutti gli elementi che compongono la ricetta e le altre millemila variabili...
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ma si, era solo per dire: non toccate la chimica che è l'unica cosa certa nel nostro hobby
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(22-05-2013, 12:17 )Lollo Ha scritto: L'attenuazione è la capacità di un particolare lievito di mangiare i zuccheri e di portare il mosto verso valori di fg più bassi. Più attenua più andrai a fondo con la fermentazione.
Per le percentuali di attenuazione fai riferimento ai siti di produzione (safale wyeast ecc.ecc.)
Una considerazione personale: l'attenuazione è una valore molto sibillino perchè strettamente legato a tente troppe variabili dalle temperature di mash dove si sa noi hb non possiamo essere così precisi, fino all'ossigenazione del mosto.
Per quanto riguarda i metodi EG e sopratutto solo E forse lì puoi veramente sperimentare dove un lievito può veramente arrivare.
Lollo
secondo me neanche gli estratti possono dire il vero, in quanto non puoi essere sicuro che appartengano alla stessa cotta.
se qualcuno si vuole divertire fa un mosto lo divide in due, mette i 2 fermentatori vicini in uno inocula l'us 5 nell'altro l's 04 e mette a confronto le attenuazioni con quelle dichiarate.
la birra si fa con la pratica non con le definizione, cantillon segue un procedimento centenario, di chimica e di saccarificazione se ne frega capito sig. Pancio? senza offesa....
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onestamente non trovo il nesso tra offesa, cantillon e il fatto che la chimica sia una scienza esatta...
anche se alla cantillon se ne fregano quello che ho detto rimane vero.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 23-05-2013, 04:11 da
pancio.)
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Per dire....le lambic sono l'eredità che abbiamo della birra prima dell'avvento delle scoperte della microbiologia, della pastorizzazione etc etc....continuano a fare birra come si faceva secoli fa quando tanto conoscenze non le avevano mica e viene buona ( se ti piace lo stile ovviamente) comunque
Un sorso di birra alle verdi brughiere, e un altro ai mocciosi coperti di fango, un brindisi anche agli gnomi e alle fate e ai folletti che corrono sulle tue strade....
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(23-05-2013, 01:33 )alexander_douglas Ha scritto: Per dire....le lambic sono l'eredità che abbiamo della birra prima dell'avvento delle scoperte della microbiologia, della pastorizzazione etc etc....continuano a fare birra come si faceva secoli fa quando tanto conoscenze non le avevano mica e viene buona ( se ti piace lo stile ovviamente) comunque
si certo, ma non butterei nel cesso le conoscente tecnico scentifiche che nel frattempo si sono fatte.
se ho una malattia vado in ospedale a farmi tutti gli esami che le attuali conoscenze tecnologie ci mettono a disposizione e non mi curo certo con un improbabile preparato alle erbe.
ciao ragaxi
lorenz
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(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 23-05-2013, 01:40 da
lorevia.)
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Quello senza dubbio
Infatti pure io sono per la metodicità più assoluta, però è un dato di fatto che la birra si è fatta per secoli senza queste conoscenze
Un sorso di birra alle verdi brughiere, e un altro ai mocciosi coperti di fango, un brindisi anche agli gnomi e alle fate e ai folletti che corrono sulle tue strade....
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Io ho intrapeso la strada mediana: ho letto, leggo e leggerò tutto quello che mi passa tra le mani (dopo quasi due anni di hb ho già una libreria invidiabile sull'argomento).
Detto questo e ottimizzato i passaggi, credo molto nella conoscenza intuitiva, quella del contadino che con lo sguardo, il naso e le sensazioni sa quando mettere un seme in terra o come i birrai di una volta che non sapevano nulla di chimica.
O come un maestro giapponese che forgiava la katana, di temperature leghe non sapeva una cippa, era tutta tradizione cuore e occhio.
Vista, bocca e cuore possono fare molto, sentire gli ingredienti, assaggiarli annusarli, controllare il mash, il suo colore il cambiamento dopo la saccarificaizone avvenuta, il suo sapore.
Vedere il mosto che bolle, assaggiarlo nei vari passaggi e testarne l'aumento di dolcezza e l'equilibrio delle gittate. E poi prendere il luppolo, sentirne le resine sulle mani, annusarlo. Se lo si fa con il cuore e la testa negli anni molti strumenti li puoi buttare nel cesso. Parlo sempre di attività ludico ricreativa, se lo si fa per soldi le priorità cambiano almeno in parte
Lollo
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Certo la metodologia senza cuore va poco lontano, ma il cuore senza cervello e metodologia conoscenza, che sia scientifica o empirica da osservatore, non va da nessuna parte
Ciao
Lorenz
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ma i dati delle case produttrici di lievito riguardano l'attenuazione apparente o quella reale?