(30-06-2013, 03:33 )parma45 Ha scritto: Non penso proprio!!!!!! il disciplinare del prosecco dice che il termine Millesimato vuol dire prosecco ottenuto con almeno il 85% della vendemmia di riferimento.
Il prosecco normale invece puo' essere prodotto con uve con annate diverse visto che la conservazione dentro i tini di acciaio non è un problema.
Hai ragione e hai fatto bene a segnalarlo
Dopo avermi letto il disciplinare incredulo ho telefonato al consorzio e ho parlato con il responsabile di non ricordo cosa , il dott.re filippo taglietti che mi ha confermato che nella tipologia che non menziona l'annata in etichetta possono entrare in taglio diverse annate, mentre nel millesimato riportante l'annata in etichetta
deve essere prodotto da un minimo dell85 percento di vino dello stesso millesimo.
Di fatto taglietti mi ha avvermato che la pratica di tagliare il vino con una annata più vecchia non succede praticamente mai, per fortuna aggiungo!, vista la buona domanda che ha il vino e di fatto il prosecco e' quasi tutto figlio di un millesimo. Quindi la scelta di produrre un millesimato e più dettata da una scelta commerciale nell'identificare un prodotto di punta del tutto simile pero agli altri prodotti che non menzionano il termine millesimato.
ora io vedo la possibilità di taglio come una finestra aperta di riserva per poter smaltire le eccedenze, più che la possibilità di elaborare prodotti superiori da offrire al consumatore, e per trasparenza verso quest'ultimo, trovo che sarebbe meglio che apparisse sempre l'annata in etichetta . In questo anche il taglietti ha in parte condiviso.
Anche se c'è qualcuno che sta sperimentato strade diverse come il metodo classico, come Gianluca bisiol , con risultati secondo me discutibili, o prese di schiuma lunghe anche se sempre charmat , sta di fatto che il prosecco è universalmente conosciuto per la sua gioviale freschezza, per la facile beva, secondo me ruffiana per i troppi zuccheri residui anche nelle versioni brut, e per quei profumi varietali di pera soprattutto, mela con leggere note floreali e vegetali, tipiche di questa uva semi aromatica.
Ecco perché, come sanno i nostri vecchi che compravano il vino sfuso per poi imbottigliarlo, il prosecco non si avvantaggia di tagli con vini di diverse annate come si fa nello champagne,( che invece avendo una altissima acidità viene tagliato con più annate, più vigne per smorzare l'acidità e dare un prodotto pronto prima, e per dare una certa continuità qualitativa) e come anche i testi di sommelier consigliano, il prosecco andrebbe consumato entro l'anno.
Scusate se sono andato ot .
Ciao
Lorenz
(30-06-2013, 02:29 )Paul Ha scritto: Dipende sempre cosa intendi per qualità, certo che le materie prime non devono essere scadenti ma nei grani e nel luppolo non c'è la stessa differenza che puoi riscontrare nell'uva, un grano o è ok o non è ok, non esiste il meglio dell'eccellenza del sogno del top del massimo della qualità coltivato su colline inclinate a 32° gradi esatti usando solo acqua di fonte benedetta.,,
Be' dipende, nel luppolo differenze c'è ne possono essere, se no molti birrai non andrebbero direttamente nei paesi produttori ad approvvigionarsi
Ciao
Lorenz