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cos'è la birra grand cru?
#21

Mah, comunque nella birra secondo me la differenza è tra materie prime di qualità e materie prime non di qualità.
La ricerca di chissà quali eccellenze spesso è solo una questione di marketing che tanto piace a noi italiani.

Tu parli di Senatore Cappelli e via dicendo, ok, però alla fine dei conti parliamo di prodotti che devono bollire una o due ore quindi le sfumature si assottigliano non poco.

Ogni volta che ad un homebrewer viene un idea stramba, nel mondo un mastro birraio muore!!!


Cascade - Saaz - EK Golding - Hellertau
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#22

appunto come dici tu c'è differenza tra materie prime di qualità e materie prime andanti....fermo restando che ovviamente quasi 3/4 della riusciuta di una birra dipende dall'acqua che usi Smile

Un sorso di birra alle verdi brughiere, e un altro ai mocciosi coperti di fango, un brindisi anche agli gnomi e alle fate e ai folletti che corrono sulle tue strade....
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#23

(30-06-2013, 12:40 )Paul Ha scritto:  Il punto è che in ambito vinicolo ci sta una grande differenza tra materie prima di eccellente qualità e le altre, così come l'affinamento in botte fatto coi tempi giusti e via dicendo.

Ma nella birra non vedo tutta questa differenza tra grani, luppoli e via dicendo... o la birra è fatta come si deve oppure no!

qui non sono d'accordo, le materie prime di prima scelta fanno sempre la differenza, che sia birra o vino.

poi se uso buonissime matetrie prime e mi parte un'infezione questo è un'altro contoTongue ma questo vale in qualsiasi ambito.

certo che usare teminologie vinicole francesi che non sono nemmeno riconosciute dalla legislazione italiana non ha molto senso, in un certo senso vale per esempio per il prosecco milessimato, il prosecco è per definizione millesimato cioè figlio di un millesimo - una vendemmia - , termine invece previsto nei spumanti metodo classico.

ciao

lorenz

dai diamanti non nascon niente, dal letame nascon i fior.
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#24

Dipende sempre cosa intendi per qualità, certo che le materie prime non devono essere scadenti ma nei grani e nel luppolo non c'è la stessa differenza che puoi riscontrare nell'uva, un grano o è ok o non è ok, non esiste il meglio dell'eccellenza del sogno del top del massimo della qualità coltivato su colline inclinate a 32° gradi esatti usando solo acqua di fonte benedetta.,,

Ogni volta che ad un homebrewer viene un idea stramba, nel mondo un mastro birraio muore!!!


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#25

(30-06-2013, 02:21 )lorevia Ha scritto:  qui non sono d'accordo, le materie prime di prima scelta fanno sempre la differenza, che sia birra o vino.

poi se uso buonissime matetrie prime e mi parte un'infezione questo è un'altro contoTongue ma questo vale in qualsiasi ambito.

certo che usare teminologie vinicole francesi che non sono nemmeno riconosciute dalla legislazione italiana non ha molto senso, in un certo senso vale per esempio per il prosecco milessimato, il prosecco è per definizione millesimato cioè figlio di un millesimo - una vendemmia - , termine invece previsto nei spumanti metodo classico.

ciao

lorenz


Non penso proprio!!!!!! il disciplinare del prosecco dice che il termine Millesimato vuol dire prosecco ottenuto con almeno il 85% della vendemmia di riferimento.
Il prosecco normale invece puo' essere prodotto con uve con annate diverse visto che la conservazione dentro i tini di acciaio non è un problema.
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#26

(30-06-2013, 02:29 )Paul Ha scritto:  Dipende sempre cosa intendi per qualità, certo che le materie prime non devono essere scadenti ma nei grani e nel luppolo non c'è la stessa differenza che puoi riscontrare nell'uva, un grano o è ok o non è ok, non esiste il meglio dell'eccellenza del sogno del top del massimo della qualità coltivato su colline inclinate a 32° gradi esatti usando solo acqua di fonte benedetta.,,

Comunque ho detto a mia mamma che intendo prossimamente provare a piantarlo un po di luppolo visto che la terra non ci manca....mi ha guardato come per dire " ci mancava giusto questo" XD

Un sorso di birra alle verdi brughiere, e un altro ai mocciosi coperti di fango, un brindisi anche agli gnomi e alle fate e ai folletti che corrono sulle tue strade....
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#27

Digli che si vende a 50 €\kg, magari cambia idea Big Grin

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#28

che poi per alcuni luppoli è davvero così praticamente Smile

Un sorso di birra alle verdi brughiere, e un altro ai mocciosi coperti di fango, un brindisi anche agli gnomi e alle fate e ai folletti che corrono sulle tue strade....
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#29

(30-06-2013, 03:33 )parma45 Ha scritto:  Non penso proprio!!!!!! il disciplinare del prosecco dice che il termine Millesimato vuol dire prosecco ottenuto con almeno il 85% della vendemmia di riferimento.
Il prosecco normale invece puo' essere prodotto con uve con annate diverse visto che la conservazione dentro i tini di acciaio non è un problema.


Hai ragione e hai fatto bene a segnalarlo

Dopo avermi letto il disciplinare incredulo ho telefonato al consorzio e ho parlato con il responsabile di non ricordo cosa , il dott.re filippo taglietti che mi ha confermato che nella tipologia che non menziona l'annata in etichetta possono entrare in taglio diverse annate, mentre nel millesimato riportante l'annata in etichetta
deve essere prodotto da un minimo dell85 percento di vino dello stesso millesimo.

Di fatto taglietti mi ha avvermato che la pratica di tagliare il vino con una annata più vecchia non succede praticamente mai, per fortuna aggiungo!, vista la buona domanda che ha il vino e di fatto il prosecco e' quasi tutto figlio di un millesimo. Quindi la scelta di produrre un millesimato e più dettata da una scelta commerciale nell'identificare un prodotto di punta del tutto simile pero agli altri prodotti che non menzionano il termine millesimato.
ora io vedo la possibilità di taglio come una finestra aperta di riserva per poter smaltire le eccedenze, più che la possibilità di elaborare prodotti superiori da offrire al consumatore, e per trasparenza verso quest'ultimo, trovo che sarebbe meglio che apparisse sempre l'annata in etichetta . In questo anche il taglietti ha in parte condiviso.
Anche se c'è qualcuno che sta sperimentato strade diverse come il metodo classico, come Gianluca bisiol , con risultati secondo me discutibili, o prese di schiuma lunghe anche se sempre charmat , sta di fatto che il prosecco è universalmente conosciuto per la sua gioviale freschezza, per la facile beva, secondo me ruffiana per i troppi zuccheri residui anche nelle versioni brut, e per quei profumi varietali di pera soprattutto, mela con leggere note floreali e vegetali, tipiche di questa uva semi aromatica.
Ecco perché, come sanno i nostri vecchi che compravano il vino sfuso per poi imbottigliarlo, il prosecco non si avvantaggia di tagli con vini di diverse annate come si fa nello champagne,( che invece avendo una altissima acidità viene tagliato con più annate, più vigne per smorzare l'acidità e dare un prodotto pronto prima, e per dare una certa continuità qualitativa) e come anche i testi di sommelier consigliano, il prosecco andrebbe consumato entro l'anno.

Scusate se sono andato ot .

Ciao

Lorenz

(30-06-2013, 02:29 )Paul Ha scritto:  Dipende sempre cosa intendi per qualità, certo che le materie prime non devono essere scadenti ma nei grani e nel luppolo non c'è la stessa differenza che puoi riscontrare nell'uva, un grano o è ok o non è ok, non esiste il meglio dell'eccellenza del sogno del top del massimo della qualità coltivato su colline inclinate a 32° gradi esatti usando solo acqua di fonte benedetta.,,

Be' dipende, nel luppolo differenze c'è ne possono essere, se no molti birrai non andrebbero direttamente nei paesi produttori ad approvvigionarsi

Ciao

Lorenz

dai diamanti non nascon niente, dal letame nascon i fior.
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#30

alla fine tornando al discorso, il termine grand cru è una boiata... lo è ancora di più rapportato ad un lievito.
poi ha ragione paul, le materie prime nel mondo della birra sono meno soggetta a classificazioni così marcate come invece lo sono nel mondo del vino. l'uva è studiata e classificata da millenni.
di conseguenza, ripeto, spero che almeno le birre grand cru adottino metodi e usino ingredienti riservati all'eccellenza.

poi il termine millesimato in italia ha perso di valore, l'unica cosa che conta è la cantina o il nome dietro ad un vino.
per esempio conosco del grillo siciliano metodo classico millesimato che fa ridere Big Grin
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