06-04-2014, 11:26
BIRRE AD ALTA FERMENTAZIONE: tra i più diffusi metodi del passato, prende il nome dal fatto che, in esso, i lieviti iniziano ad agire ad alte temperature (tra i 15° e i 25°) e, durante il processo di fermentazione, salgono a galla in alto nel tino. Da questa lavorazione deriva una complessità aromatica molto ricca e persistente. L’alta fermentazione contraddistingue soprattutto le birre prodotte in Belgio (birre d’abbazia) e in Inghilterra, che genericamente vengono definite ale, ma è peculiare anche di alcune birre tedesche come la klosterbier o la weizen. A questa categoria appartengono anche le birre rifermentate in bottiglia, come le trappiste del Belgio.
- BIRRE A BASSA FERMENTAZIONE: è in assoluto il metodo più diffuso, i lieviti utilizzati in questo caso entrano in azione a temperature più basse (tra i 6° e i 10°) e si depositano sul fondo del tino durante il processo di fermentazione. Il termine lager è la denominazione più generica, solitamente queste birre posseggono aromi più delicati e un gusto più fresco. La bassa fermentazione è la più diffusa anche in Italia ed è usata tradizionalmente in Germania e Austria per produrre molte birre locali come la dortmunder e la bock o la pilsner, stile originario della Repubblica Ceca.
- BIRRE A BASSA FERMENTAZIONE: è in assoluto il metodo più diffuso, i lieviti utilizzati in questo caso entrano in azione a temperature più basse (tra i 6° e i 10°) e si depositano sul fondo del tino durante il processo di fermentazione. Il termine lager è la denominazione più generica, solitamente queste birre posseggono aromi più delicati e un gusto più fresco. La bassa fermentazione è la più diffusa anche in Italia ed è usata tradizionalmente in Germania e Austria per produrre molte birre locali come la dortmunder e la bock o la pilsner, stile originario della Repubblica Ceca.
Quando la bevo sto benissimo: l’umore è allegro, il cuore contento e il fegato felice.