Birrificatori carissimi
Ho finalmente assemblato il mio box di fermentazione a temperatura controllata mediante il termostato STC 1000. Argomento trattato e ritrattatato ma, nel collaudo che sto svolgendo in questa domenica d'autunno, ho notato una peculiarità, una netta differenza tra teoria e pratica, tra l'analogico e il digitale, tra il dire e il fare, mi spiego:
Imposto la temperatura a 20°C (F1) con scarto di attivazione di + o - 0,5 (F2), quindi mi aspetto che il range di funzionamento oscilli tra 19,5° e 20,5°... invece questo non accade.
Ipotizziamo:
1) T0 - temperatura ambiente pari a 21°- il frigo parte;
2) T1 - temperatura del frigo pari a 20° - il frigo si stacca;
3) la temperatura continua a scendere per "latenza d'esercizio";
4) T3 - temperatura del frigo giunta a 19,5°- parte il cavetto riscaldante;
5) la latenza del freddo continua a far scendere la temperatura mentre il cavetto ancora sta cercando di contrastare il freddo;
6) il cavetto riscaldante inizia a farsi sentire ma la temperatura è arrivata a 18,5° (ovvero 1,5°C sotto la T1);
7) la temperatura inizia a salire velocemente verso i 20°, il cavetto si stacca ed avviene lo stesso fenomeno, a 20,5° si riattacca il frigo che cerca di contrastare il caldo del cavetto ma finché non giunge a regime siamo arrivati a quota 21,5°.
Morale della favola:
il range reale oscilla continuamente con un + o - 1,5° (18,5° - 21,5°) contro il pensiero minimalistico che ci fa credere che: "se imposto a 20° sta più o meno lì".
Qualcuno di voi ha già notato questo fenomeno? O meglio, qualcuno di voi mi sa spiegare come settare al meglio la sonda in maniera da contrastare questo fenomeno di latenza? Oppure funziona così e l'accettiamo come un dogma?
Un abbraccio dal felino!
Ho finalmente assemblato il mio box di fermentazione a temperatura controllata mediante il termostato STC 1000. Argomento trattato e ritrattatato ma, nel collaudo che sto svolgendo in questa domenica d'autunno, ho notato una peculiarità, una netta differenza tra teoria e pratica, tra l'analogico e il digitale, tra il dire e il fare, mi spiego:
Imposto la temperatura a 20°C (F1) con scarto di attivazione di + o - 0,5 (F2), quindi mi aspetto che il range di funzionamento oscilli tra 19,5° e 20,5°... invece questo non accade.
Ipotizziamo:
1) T0 - temperatura ambiente pari a 21°- il frigo parte;
2) T1 - temperatura del frigo pari a 20° - il frigo si stacca;
3) la temperatura continua a scendere per "latenza d'esercizio";
4) T3 - temperatura del frigo giunta a 19,5°- parte il cavetto riscaldante;
5) la latenza del freddo continua a far scendere la temperatura mentre il cavetto ancora sta cercando di contrastare il freddo;
6) il cavetto riscaldante inizia a farsi sentire ma la temperatura è arrivata a 18,5° (ovvero 1,5°C sotto la T1);
7) la temperatura inizia a salire velocemente verso i 20°, il cavetto si stacca ed avviene lo stesso fenomeno, a 20,5° si riattacca il frigo che cerca di contrastare il caldo del cavetto ma finché non giunge a regime siamo arrivati a quota 21,5°.
Morale della favola:
il range reale oscilla continuamente con un + o - 1,5° (18,5° - 21,5°) contro il pensiero minimalistico che ci fa credere che: "se imposto a 20° sta più o meno lì".
Qualcuno di voi ha già notato questo fenomeno? O meglio, qualcuno di voi mi sa spiegare come settare al meglio la sonda in maniera da contrastare questo fenomeno di latenza? Oppure funziona così e l'accettiamo come un dogma?
Un abbraccio dal felino!
Impianto Miciobrewer implementato alla versione 3.997 con efficienza del 83%.
A chi non beve BIRRA che Dio neghi anche l'acqua. L'allegro felino