Reduce dalla 1^ edizione dello Spring Beer Festival di Testaccio, provo a compilare una lista delle birre assaggiate per l'occasione. Chiaro che i ricordi si fanno un pochino più vaghi per le consumazioni arrivate con il proseguire della permanenza...
Allora iniziamo!
Schlenkerla: Aecht Schlenkerla Rauchbier Märzen (la rauchbier per antonomasia...c'è chi non riuscirebbe a berne più di un sorso, io invece ne manderei giù a litri! Come chiaramente ho fatto stando dietro il bancone...
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Bad Attitude: Two Penny (porter perfettamente in stile che si lascia bere piacevolmente) e Bootlegger (california common fortemente caratterizzata dal lievito, sentori a tratti metallici, buona ma preferisco altri generi)
Birradamare: Cacao (chocolate porter dal gusto pieno e avvolgente, forse un po' sopra le righe per quanto riguarda la carbonatazione) e 'Na Birretta Chiara (non al meglio della forma, c'era un che di ossidato e sono rimasto abbastanza deluso)
Birrificio Aurelio: Ius Primae Noctis (ne avevo sentito parlare molto bene e ho avuto la conferma che i ragazzi dell'Aurelio hanno cominciato con il piede giusto: il bouquet dato dai luppoli americani è da urlo!), 7Vene (IPA un po' sui generis, caratterizzata dall'uso di luppoli provenienti dai più disparati angoli del globo, ottima ma mi è piaciuta un briciolo di più la prima)
Birrificio Maiella: Dea Maia (weizen già assaggiata più volte in passato e riprovata in occasione di un laboratorio sugli abbinamenti con i salumi. Buono l'abbinamento ma la birra è risultata un po' stanca, forse per il fatto di essere stata spillata troppo in anticipo rispetto al momento della degustazione)
Free Lions: Magical Mystery Gold (golden ale beverina dagli aromi fruttati, citrici e con un amaro che non ti aspetti) e Lo Straniero (collaboration beer brassata insieme a Revelation Cat e Left Hand. Si tratta di una american strong ale scura, profumata e molto luppolata)
La Trappe: La Trappe Puur (specialty grain ale, molto diversa dai canoni delle classiche birre trappiste si presenta comunque bella alla vista, profumata e molto beverina. Si tratta della prima birra biologica mai prodotta da un'abbazia trappista)
Piccolo Birrificio Clandestino: Montinera (imperial stout non troppo spinta, di un colore nero impenetrabile, ha netti sentori di tostato e in bocca risulta luppolata al punto giusto. Delizioso retrogusto di liquirizia) e Ri'appala (IPA rivisitata in chiave americana e caratterizzata dall'utilizzo di segale. Notevole il bouquet luppolato, mi aspettavo qualcosa di più a livello di apporto aromatico da parte della segale. Rimane comunque un'ottima birra, molto beverina)
Retorto: Latte Più (ormai un classico, questa blanche risulta molto fresca e beverina e con un profilo aromatico molto spinto e – al tempo stesso – classico)
Revelation Cat: Double Dealer (double IPA dorata, limpida, con una schiuma bianca non molto invadente. Dominata dai luppolo c'è comunque un buon equilibrio con i malti. Molto piacevoli le note agrumate, erbacee e di resina), Little Lover (sweet stout da manuale, caratterizzata da aromi di vaniglia, cioccolato e caffè. Una piacevole scoperta!) e Death Star (sorella maggiore della Little Lover, in effetti dovrebbe essere inquadrata come imperial sweet stout. Arrivata a fine serata in quel del marciapiede della stazione della Metro B “Eur Magliana”, non sarebbe potuto essere altrimenti. Della sorellina ripresenta tutte le caratteristiche moltiplicate all'ennesima potenza: aroma, gusto, alcool...una vera bomba!)
Theakston: Best Bitter (buona, beverina, equilibrata...ma best bitter solo di nome!)
Urthel: Urthel Saisonnnière (una saison molto particolare caratterizzata dall'utilizzo di un 20% di frumento. Autentico gioiello, ha giustamente vinto il WBA 2010 come Miglior Birra Stagionale Europea. Molto profumata ed equilibrata, va giù che è un piacere! Rimarrà però a lungo il mio incubo peggiore: non c'è birra più difficile da spillare, con la sua schiuma prorompente. E il brutto di quando stavo dietro al bancone è che la volevano tutti...
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